
Il progetto Lung Unit unisce gli ospedali Maggiore di Lodi, Humanitas di Rozzano e San Matteo di Pavia
L’articolo de Il Cittadino giovedì, 1 luglio 2021
Di polmoni si è parlato molto nell’ultimo anno in relazione al Covid-129, in particolare per le conseguenze delle forme più aggressive di questa malattia.
Tuttavia, nel Lodigiano non si tratta dell’unico nemico di questi organi: il personale sanitario della Lung Unit, progetto nato più di 15 anni fa e che da 10 anni si avvale della collaborazione di Humanitas: ogni anno incontra circa 400 persone possibilmente affette da un tumore al polmone, con diagnosi che oscillano tra le 120 e 250, di cui una cinquantina seguite da un’operazione. Un progetto apprezzato dalle persone prese in carico: nel nostro ambulatorio il paziente viene considerato oltre la sua patologia.
Organizziamo tutti gli appuntamenti per un trattamento che sia il più precoce possibile e restiamo sempre in contatto – spiega la dottoressa Monica Crepaldi -abbiamo creato una rete con gli altri reparti collaborando con il San Matteo di Pavia per quanto riguarda gli esami e con il dottore Umberto Cariboni dell’Humanitas per quanto concerne la terapia chirurgica, figura che ci aiuta anche con una serie di procedure per le difficoltà tecniche e diagnostiche.
La comunicazione infatti, prosegue Crepaldi, è già un atto terapeutico. Abbiamo avuto un caso di una signora che aveva già perso un figlio e quando ha scoperto di avere un tumore inizialmente non voleva reagire, ma poi si è operata, ha smesso di fumare e ha aperto un blog per aiutare altri pazienti. Un risultato impossibile senza questo tipo di approccio.
Il rapporto tra Humanitas e Maggiore è, specifica il dottor Cariboni, bidirezionale. La Pneumologia di Lodi è di altissimo livello e la nostra Chirurgia toracica è la seconda in Italia. La cosa veramente innovativa è che siamo riusciti a creare un filo diretto con un ospedale come Humanitas, che dispone di macchinari e specialisti che consentono di fare trattamenti non disponibili a Lodi. Questo permette di risparmiare soldi e fornire al paziente un’ottima terapia in poco tempo; e con un approccio multidisciplinare ogni caso viene visto e discusso da oncologi, chirurghi toracici, radioterapisti e pneumologi, e la persona in cura arriva preparata al percorso che deve affrontare.
Il modello della Lung Unit, con ospedali satellite che afferiscono a un centro di riferimento, è una realtà da molti anni in paesi come Austria, Belgio, Francia e Germania, che hanno un ospedale che fa 1200 interventi di chirurgia toracica all’anno – mi piacerebbe vederlo esteso ad altre specialità.
A beneficiarne sono i pazienti affetti da una malattia insidiosa. Queste neoplasie sono difficili da diagnosticare, e negli anni si è rilevata prevalente l’incidenza di adenocarcinomi, che colpiscono pazienti giovani – spiega il primario Giuseppe Cipolla – la tempistica è fondamentale, così come anche l’accesso a cure specifiche.
A Lodi abbiamo un’ottima chirurgia toracica, ma per questi casi serve una specializzazione oncologica e l’Humanitas è un’eccellenza nel campo.